Se crediamo alla società aperta dobbiamo lavorare sul governo della globalizzazione
Per farlo non serve dividersi in astratto, come non basta enunciare i vantaggi: occorre trasformare un valore e una prospettiva – la società aperta – in un programma concreto, politico e di governo. Occorre far percepire alle persone i vantaggi di cui parliamo, farne elementi di interazione con la vita quotidiana di lavoratori, imprese e famiglie, proponendo strade credibili per renderli reali.
Questo significa puntare sul sapere, sulle competente e sulla formazione, sulla ricerca e sull’innovazione. Significa considerare l’ambiente come condizione di sviluppo, in una visione in cui diventa green e sostenibile tutta l’economia.Significa lavorare su un incrocio mirabile di manifattura e intelligenza culturale e creativa.Significa valorizzare paesaggio, tipicità e tradizioni come fonti di competitività e di attrazione turistica ed economica. Significa fare di tutti questi valori la base delle politiche industriali e del lavoro, in termini di investimenti, di incentivi, di fiscalità. Significa garantire i diritti e rispetto a cittadine e cittadini, lavoratrici e lavoratori, consumatrici e consumatori. Significa stare vicino a chi si è impoverito a tal punto da pensare di non avere più prospettive, sapendo dare risposte efficace per far ritrovare la speranza. Significa invertire la dinamica della precarietà e costruire nuovi strumenti di welfare, che permettano di dare tutele a chi si trova coinvolto nei processi ormai costanti di crisi.
Vedi tutto l’ articolo di Valeria Fedeli qui