Misurare, Collocare e Pianificare la Felicità

Marco Venturelli27 Dicembre 2019
Misurare, Collocare e Pianificare la Felicità

Fine d’ anno, tempo di Bilanci: alcuni volumi sul tema di Finanza,Economia e Sostenibilità  ci aiutano a misurare la Felicità, pianificarla come parte della nostra vita e del patrimonio presente e passato e collocarla in luoghi di innovazione e valore.

L’ ultimo nato “la Felicità economica è un binomio al quale non siamo abituati, riferisce l’autrice Maria Luisa Visione durante la trasmissione mattutina di Radio 24. Il prefisso Fè significa fecondo, fertile e in senso lato soddisfatto appagato. Felicità economica sostanzia il determinare consapevolmente il nostro futuro, rendendo fecondo il patrimonio, immaginandone un percorso che coinvolgerà gli eredi e guardando alla famiglia come una piccola realtà economica, con il suo Bilancio patrimoniale ed il rendiconto di entrate ed uscite. La consapevolezza e la conoscenza finanziaria sono una conquista importante che, per ognuno di noi, parte dalle azioni del presente, facendo tesoro dell’esperienza del passato”. “Il tempo ordina, regola e guida azioni e esiti” ricomponendosi verso il futuro nelle tappe e durante gli eventi anche inaspettati o indesiderati della vita, al pari di una linea continua, nonostante le interruzioni e le riprese. Una nuova mappatura di bisogni “circolari” ruota intorno al nucleo familiare facendo emergere necessità “altre” e diverse, insieme alla presa d’atto di un arretramento del Welfare State, di cambiamenti sociali nel mondo del lavoro e di una progressione temporale spostata in avanti dell’evoluzione della ricchezza e del raggiungimento dell’indipendenza economica. La lettura guida, passo dopo passo, verso l’apprendimento di contenuti che hanno il preciso scopo di avviare un processo, al fine di trasformare in comportamenti virtuosi qualsiasi scelta in ambito economico, finanziario, assicurativo e previdenziale. 

Il prof Canova si chiede invece: “Esiste uno strumento in grado di misurare la felicità? Il denaro è ancora un elemento imprescindibile del benessere di un individuo e di una nazione? Perché il livello del Pil – il famigerato prodotto interno lordo da cui dipendono le nostri sorti – è così importante? È davvero un indicatore affidabile oppure aveva ragione Bob Kennedy quando, in un famoso discorso tenuto nel 1968 alla Kansas University, fece notare che il Pil «mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa e le prigioni per coloro che cercano di forzarle»?”

Prendendo spunto da questi e altri interrogativi il testo “Il metro della Felicità” cerca di sfatare un luogo comune duro a morire: che gli economisti, alfieri di una «scienza triste», non si siano mai occupati di felicità. È vero il contrario. Insieme ai filosofi, i primi a porsi la domanda cruciale – che cosa ci serve per vivere una vita migliore? – sono stati i padri della scuola neoclassica. Poi, soprattutto nell’ultimo mezzo secolo, economisti e premi Nobel – da Easterlin a Kahneman, da Samuelson a Kunets – hanno proseguito il loro cammino, dedicandosi allo studio delle principali dinamiche comportamentali che inducono le persone a compiere certe scelte, anziché altre, in tema di lavoro, acquisti, tempo libero, relazioni sociali.

I risultati dei loro esperimenti empirici – che Canova riassume in maniera semplice e illuminante – mostrano che accanto al reddito e alla salute vi sono altri elementi che concorrono a una vita felice: la propensione alla generosità, il supporto sociale, la libertà di prendere una decisione in autonomia, il grado di fiducia nella comunità in cui si vive, e in particolare la motivazione, vero e autentico motore delle decisioni. Ecco perché politiche ispirate alla sola crescita economica e materiale rischiano di perdere di vista il ruolo giocato da altri fattori imponderabili ma di assoluto valore per una società complessa come quella attuale, alle prese con la rivoluzione digitale e l’avvento dei Big Data.

Dove.La dimensione di luogo che ricompone impresa e società” di Paolo Venturi e Flaviano Zandonai arriva in libreria in Maggio 2019, ma, nel mese clou delle vendite, viene rilanciato dal suo editore EGEA. Il “dove” come dimensione di luogo che genera valore è un ingrediente che sta dentro i processi di generazione di innovazione e valore. Il luogo, nella densa analisi di Venturi e Zandonai, è dunque la capacità di innervare uno spazio in un significato. E viceversa. Questo legame “rigenerativo” è, oggi, un tratto che gli autori ritengono fondamentale. È ancora Venturi a chiarirci il concetto: «Per chi pensa che l’economia non sia soltanto la massimizzazione del profitto, i luoghi sono tutto. Per chi pensa che la felicità sia qualcosa che uno raggiunge assieme agli altri, i luoghi sono tutto. Per chi pensa che il welfare debba essere sviluppato in una logica comunitaria, i luoghi sono tutto».


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